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Demo Day Vermeer

I quattro moschettieri del no-dig

La rivista Le Strade (n.1552/ Novembre 2019) ci è venuta a trovare in campo in occasione del 37° International No Dig. Di seguito trovare l’articolo completo, buona lettura!

Compatto, spaccaroccia, versatile e gigante. Sono i modelli di Navigator visti nell’area demo Vermeer allestita in concomitanza con l’exhibition internazionale IATT andata in scena a Firenze tra fine settembre e inizio ottobre. Le Strade ha partecipato alla kermesse, insieme a esperti, clienti e parte del brand leader (anche) in una tecnica che sta portando molti benefici sia ai cantieri sia alle viabilità delle nostre città e relativi dintorni. 

Un evento nell’evento, entrambi nel cuore d’Italia, ovvero in Toscana. Mentre a Firenze, a pochi passi da Santa Maria Novella, si celebrava l’International No Dig, la mostra dedicata alle tecnologie Trenchless, senza scavo, organizzata da IATT, Italian Association For Trenchless Technology in collaborazione con ISST, International Society for Trenchless Technology (per ulteriori info nodigflorence2019.com ), pochi chilometri a sud, in direzione Roma, il Parco d’Arte Pazzagli ospitava, per l’esattezza il 1° ottobre scorso, una kermesse organizzata da Vermeer Italia con l’obiettivo di far vedere da vicino a clienti ed appassionati alcune tra le sue ultime novità in materia di perforazione orizzontale. Anticipiamo subito le più eclatanti: i Navigator D8x12 e D23x30DR S3, ovvero, rispettivamente, la macchina più compatta della linea per la posa di sottoservizi e la “perfora-roccia”. Ma ci torneremo. Accanto a loro la “grande” D100x140 S3 e la media D24x40 S3, a suggellare una completezza di soluzioni che fa il pari con l’affidabilità di ciascuna di esse. Con Vermeer, nel mezzo della splendida location fiorentina, anche alcuni partner commerciali della casa, ovvero: Baroid (specialista in fluidi di perforazione), Digital Control (sistemi di rilevazione walk over), Mincon (accessori per la perforazione in roccia) e FITT, società specializzata in tubazioni innovative per infrastrutture, protagonista con Vermeer anche delle prove pratiche di tiro condotta. LeStrade, grazie a un cortese invito di Vermeer Italia, ha avuto l’opportunità di partecipare alla giornata e così tornare a occuparsi di una tecnica di grande suggestione e impiego sempre più vasto, proprio in ragione dei benefici che riesce ad apportare non solo alla lavorazione in sè, ma anche all’intero contesto di applicazione, e questo sia in ambito urbano che extraurbano.

Arte, natura e infrastrutture

Prima di addentrarci nei particolari della tecnica, vale la pena spendere qualche parola in più sulla splendida location che ha fatto da cornice all’evento, ovvero il Parco d’Arte Enzo Pazzagli. Si tratta di un grande giardino in perfetto Tuscany style popolato da sculture e installazioni realizzate dall’artista che gli ha dato il nome. La sua nascita risale all’inizio degli anni Duemila, quando Pazzagli trasformò quello che era un terreno incolto di oltre 20mila metri quadrati, tra l’Arno e la ferrovia Firenze-Roma, in un autentico paese dei balocchi per chi sa apprezzare natura e arte. Oggi, in mezzo a circa 300 cipressi (che visti dall’alto vanno a formare un volto sorridente e due profili) vivono e respirano le installazioni di Pazzagli, su tutte il cavallo alato Pegaso simbolo della Regione Toscana, ma anche le opere di altri artisti. Da sottolineare, la cornice infrastrutturale, ovvero la linea ferroviaria, con l’impiantistica, il ponte sull’Arno e via dicendo, e i segni di eco-sostenibilità (su tutti i pannelli solari). Dopo la scomparsa di Pazzagli, attualmente il parco è gestito dall’associazione EcoRinascimento, che ha portato da queste parti, per esempio, i Fiori Fotovoltaici di Massimiliano Silvestri e le opere satiriche del Carnevale di Viareggio, e ha aperto le porte alle innovative macchine Vermeer, anch’esse portatrici – grazie al fatto che non si scava – di eco-sostenibilità.

International No Dig Firenze 3Scavo senza scavo

Una macchina che s’insinua in ogni genere di contesto urbano e un’altra in grado di perforare ogni tipo di materiale, seppur coeso, inclusa la roccia. Eccole qua le star dell’evento No-Dig Vermeer del 1° ottobre a cui LeStrade ha partecipato, con l’obiettivo dichiarato di riportare sotto i riflettori una tecnica che sosteniamo da diversi anni e che consideriamo un toccasana, per esempio, per le pubbliche amministrazioni, per ragioni sia esecutive (se non si scava non occorre ripristinare, talvolta con esecuzioni maldestre…), sia di esercizio (la viabilità coabita esemplarmente con cantieri di questo tipo). Ma andiamo a raccontare le macchine con la collaborazione di un esperto quale Marco Nascè, Sales Area Manager Vermeer Italia. “Il No-Dig – spiega Nascè a LeStrade – è una tecnica di scavo ‘senza scavo’, per l’appunto, resa possibile dall’impiego di particolari macchine per la perforazione cosiddetta teleguidata che realizzano passaggi di posa cavi o tubazioni per sottoservizi di qualsiasi genere. Queste macchine hanno una capacità di tiro, spinta e rotazione di una colonna di aste che si fanno largo nel suolo a cominciare da una punta contenente una sonda in grado di restituire in tempo reale le informazioni a uno strumento di superficie ad hoc e, quindi, alla stessa macchina.International No Dig Firenze 3 Quelle principali sono la posizione plano-altimetrica di sonda e punta, l’inclinazione e il senso di orientamento della punta che, tramite una paletta integrata, viene visualizzato in un apposito orologio collocato nella cabina del Navigator (questo il nome della famiglia di macchine Vermeer). Quest’ultima informazione determina la scelta di guida dell’operatore, che ‘teleguida’ il processo.” Ecco dunque portata a termine la cosiddetta perforazione pilota. A cui fa seguito la lavorazione di allargamento del primo foro, che avviene in genere ancorando la punta a un alesatore, di diverse dimensioni a seconda dell’intervento da effettuare. Infine, la posa del cavo, del tubo o della condotta.

I modelli in demo

International No Dig 4I quattro moschettieri dell’HDD, Horizontal Directional Drilling. Sono le macchine viste nei dintorni di Firenze, in mezzo ai cipressi, le sculture di Pazzagli, la brezza dell’Arno e la “musica” del passaggio dei Frecciarossa. Raccontiamoli sempre con l’aiuto di Marco Nascè. Il modello D8x12 (90 m di aste a bordo), tanto per cominciare, è una novità assoluta per l’Italia: andrà ad operare negli spazi stretti delle nostre città con il compito, per lo più, di far passare l’ultimo miglio strada – casa delle reti in fibra ottica. Può effettuare fori fino a 110 mm di diametro ed è adattissimo per le perforazioni di corto raggio con curvature anche molto flessibili. A seguire ecco il Navigator D24x40 S3, “best seller” della famiglia. Impiegato per installazioni di reti acqua, luce e gas, questo modello può scavare fori fino a 400 mm, “dipende dalla lunghezza della perforazione  e dalla tipologia di materiale presente nel sottosuolo”. In condizioni ottimali scava 400 mm per 150 m, ovvero per l’intera quantità di aste a disposizione. In condizioni gravose può arrivare fino a 60 m di aste. Ed eccoci all’altra novità fiorentina, il modello D23x30DR S3, che sta per Dual Road, doppia asta. Qui la perforazione raddoppia, letteralmente, in quanto la macchina è in grado di scavare anche nella roccia “grazie a un sistema a doppia asta, una interna all’altra, che consente la rotazione di un tricorno incaricato di scavare la roccia”. La demo effettuata nel Parco d’Arte Pazzagli ha sciolto ogni dubbio, come dimostrano anche le immagini a corredo di questo scritto. Infine, il Navigator “gigante”, anche se non è il più grande in assoluto della famiglia Vermeer, il D100x140 S3, il miglior alleato per lo scavo di fori per condotte, pipeline o anche multitubazioni.

Discrezione e risparmi

“Queste macchine – rileva Nascè – in genere sono seminascoste, sono molto discrete, per nulla invasive. Eppure riescono ad intervenire in contesti anche molto vasti, soltanto che tutto avviene nel sottosuolo. Con benefici evidenti, per esempio, in termini di costi sociali, pensiamo solo alle parzializzazioni evitate, in caso di scavi extraurbani, o alle congestioni scongiurate quando l’intervento è in ambito urbano”. Il No-dig, inoltre, è un settore che si accompagna a una forte innovazione, pensiamo al capitolo monitoraggio / mappatura dei sottoservizi, ovvero di contesti in cui la nuova rete andrà a collocarsi. L’evoluzione del georadar, in questo ambito, è oltremodo significativa. “Un dato molto confortante – conclude Nascè – è che le amministrazioni stanno apprezzando sempre più i vantaggi di questa tecnica, come abbiamo potuto assodare anche nell’ambito di un evento di grandissimo rilievo come l’International No-Dig di Firenze, a cui Vermeer ha partecipato sia con uno stand nell’area espositiva, sia con questa demo area”. E nella demo area del Parco d’Arte Pazzagli l’ultimo atto di una giornata da incorniciare è una prova di tiro con FITT Bluforce, la tubazione in PVC-A di FITT che, grazie alla sua duttilità, dalla D8 arriva dritta, transitando nel sottosuolo, fino a una porta di calcio allestita per l’occasione. Un “gol” davvero speciale: di quelli che sanno rendere, nessuno escluso, meritatissimi vincitori.

 

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