LA RIVISTA “LE STRADE” PARLA DEL NOSTRO TERRAIN LEVELER!
Il Terrain Leveler T1255 è stato protagonista di un articolo molto interessante che parla dei lavori di sbancamento svolti con successo negli ultimi anni. Di seguito trovate il testo dell’articolo pubblicato sulla rivista “Le Strade” della Casa Editrice La Fiaccola di Milano (n.1518/6 giugno 2016). La rivista è consultabile al sito http://www.lestradeweb.com/index.php/leggi-tutti-i-numeri
Buona lettura!
SBANCAMENTI DA CORSA
SBANCA IN TEMPI RAPIDI PIANI STRADALI MA ANCHE FERROVIARI. SPIANANDO LA STRADA (O LA FERROVIA) ALLE FUTURE INFRASTRUTTURE E, ALLO STESSO TEMPO, PRODUCENDO MATERIALI FRANTUMATI DESTINABILI ALLO STESSO CANTIERE. È IL TERRAIN LEVELER DI VERMEER, NATO PER SOSTITUIRE L’ESPLOSIVO IN CAVA, E OGGI PROTAGONISTA NELLE INFRASTRUTTURE: DALLA TEEM MILANESE ALLA NUOVA A18 SICILIANA.
Grandi lavori, in metà del tempo. E con un numero minore di mezzi e attrezzature in cantiere. Grazie a una tecnologia pratica e affidabile nella sua azione meccanica, ma anche decisamente high-tech per quanto riguarda la gestione del controllo. Stiamo parlando della T1255 TL, ovvero il “Terrain Leveler” di Veermer, una macchina dotata di un tamburo fresante in grado di scavare un’ampiezza di 3,70 m con una sola passata per una profondità massima di circa 65 cm. Sviluppata circa 15 anni fa per dare man forte nelle cave, sostituendo così le operazioni con esplosivo, da qualche anno si sta affermando in Italia e nel mondo (con interventi dall’America all’Australia) anche nei cantieri infrastrutturali, stradali o ferroviari che siano. Mentre scriviamo, una T1255 TL è operativa nel cantiere del prolungamento dell’Autostrada A18 Siracusa-Ragusa-Gela, nei pressi di Modica. È ancora fresco nella memoria, anche perché anche corroborato da una sequenza video effettuata con drone disponibile su YouTube, l’intervento di sbancamento del 2014 di un tratto della nuova Tangenziale Est Esterna di Milano, inaugurata nel maggio 2015. Due casi di lavorazioni per grandi infrastrutture che si aggiungono ad altri esempi di impiego di questa tecnologia, in importanti cantieri Anas ma anche ferroviari, che hanno riscosso l’apprezzamento di addetti ai lavori e committenze. Utilizzare una “Terrain Leveler”, infatti, oltre a “sbancare” con celerità riducendo le tempistiche complessive di lavorazione consente anche di effettuare, contestualmente allo scavo, le opportune riduzioni granulometriche per il successivo reimpiego dei materiali nell’ambito di nuove opere civili o di sottofondazione.
La macchina: muscoli e cervello
Prima di raccontare con maggiori dettagli alcuni casi singolari di impiego del TL Vermeer in contesti tipicamente infrastrutturali, ci sembra opportuno insistere ulteriormente sulle caratteristiche di questa macchina, uscita dagli stabilimenti Vermeer di Pella, Iowa, USA. Si tratta, innanzitutto, della macchina più grande che, almeno per il mercato italiano, può contare su quattro modelli: oltre alla T1255, ricordiamo la T855, la T1055 e la T1155, che può scavare, come abbiamo ricordato, circa 65 cm di profondità per un’ampiezza di 3,70 m. “La macchina – spiega Alessandro Tamburini di Vermeer Italia – effettua il lavoro con grande rapidità, garantendo elevate produttività e consento di svolgere, in movimento, le attività di demolizione primaria e in alcuni casi anche secondaria”. Se nelle cave sostituisce gli esplosivi, negli interventi infrastrutturali la TL limita così l’impiego di escavatori e frantoi, razionalizzando le aree di cantiere “e rendendo immediatamente disponibili – aggiunge Tamburini – materiali utilizzabili, ad esempio, negli allargamenti o nella realizzazione dei sottofondi”. Dotata di motore Caterpillar C18 ACERT Tier 3 da 447,4 Kw, ovvero 600 HP (ma è disponibile anche una versione con motore Caterpillar C18 ACERT Tier 4 Final), la macchina pesa 111 tonnellate e, per le applicazioni di cui stiamo trattando, ha un suo punto di forza nel tamburo fresante, dalla cui configurazione dipende anche la granulometria del materiale frantumato: al diminuire della distanza tra i denti collocati sul tamburo, infatti, diminuisce la pezzatura che può arrivare anche a 150 mm e persino a 100 mm di diametro. Infine, la T1255, che è equipaggiabile anche con un trencher (in quel caso scava fino a 6,5° m di profondità per un’ampiezza massima pari a 1,27) impiegato generalmente per lo scavo di trincee atte ad accogliere sistemi di drenaggio o sottoservizi, si distingue oltre che per i “muscoli” anche per il suo “cervello” tecnologico: il sistema operativo TEC Plus. Si tratta di un sistema totalmente elettronico di controllo dell’intera macchina che gestisce la potenza del Terrain Leveler a seconda delle condizioni e tipologie di terreno: quando questi presenta elevati picchi di durezza, TEC Plus aumenta la potenza idraulica e regola il numero di giri del motore termico, in modo che non calino mai, nemmeno quando l’attrito delle lame aumenta. In questo modo, velocità, produttività e affidabilità rimangono sempre costanti. Con queste premesse, risulta chiaro quanto l’attività dell’operatore risulti semplificata, nella gestione di questa lavorazione in movimento, proprio grazie a una tecnologia che consente elevati automatismi.
Sbancamenti da manuale su strade e ferrovie
Le prime nozze tra T1255 Terrain Leveler e infrastrutture stradali sono state celebrate nel 2011, nei cantieri della Strada Statale 52 “Carnica”, in provincia di Udine, in Friuli, gestore Anas. Qui la macchina ha effettuato uno sbancamento finalizzato ad appianare le colline e poter così realizzare la strada. Il terreno lavorato è consistito prevalentemente nel cosiddetto “conglomerato del Tagliamento”, una sorta di calcestruzzo naturale di origine alluvionale. La produzione media oraria è stata di 130 metri cubi di materiale scavato e frantumato. Le tempistiche del cantiere – ricordano oggi gli specialisti di Vermeer – rispetto ai cronoprogrammi iniziali sono state praticamente dimezzate. Sempre rimanendo in campo stradale abbiamo già ricordato il caso dell’A58 Tangenziale Est Esterna di Milano, intervento in cui lo sbancamento con TL ha riguardato il tratto finale a Nord della nuova tratta nei pressi di Agrate Brianza. In quel caso durante lo scavo a un metro dal sottofondo è stato rinvenuto del conglomerato naturale denominato “ceppo”. Dato che non era possibile proseguire con tecniche tradizionali, le imprese hanno optato per l’utilizzo del Terrain Leveler che, con una produzione media di 1.500 metri cubi al giorno, ha consentito di portare a termine il lavoro con successo. Un successivo intervento, sempre stradale, ha riguardato un tratto della SS 96 che collega Bari e Matera all’altezza di Palo del Colle, in provincia di Bari. L’obiettivo: effettuare un allargamento dell’arteria a gestione Anas. “Il lavoro – spiegano da Vermeer Italia – ha interessato una sezione con materiale costituito da roccia calcarea molto resistente. Il TL in quel caso ha permesso di lavorare 1.700 metri cubi giornalieri medi. Il committente si è detto molto soddisfatto dei risultati raggiunti”. Infine, il già citato grande cantiere siciliano della Siracusa-Ragusa-Gela, che sta registrando una produzione media di 1.200-1.500 metri cubi giornalieri. Dalla strada alla ferrovia. Già perché alcune applicazioni del TL decisamente interessanti hanno riguardato proprio interventi in sede ferroviaria. La prima che possiamo citare è consistita nell’abbassamento del piano ferroviario di alcuni tratti della linea del Frejus, per consentire il passaggio di container ad alto rischio che, anche per migliorare la sicurezza della circolazione nei trafori stradali alpini, si è optato di portare sui treni. “In quel caso – ricorda Tamburini – il progetto prevedeva un abbassamento del piano di circa 60 cm, con tempistiche decisamente strette e una necessità di assistenza continua dato che molte lavorazioni erano notturne”. Fare presto, bene e per giunta in coabitazione con il traffico ferroviario (uno dei due binari doveva essere libero). Una sfida vinta dalla macchina e dalla sua tecnologia. Tempo dopo, il TL si rese protagonista di uno sbancamento per la realizzazione di un nuovo tratto ferroviario tra Bari e Bitetto in Puglia. In quel caso gli avversari erano il calcare duro e il basalto, il tutto per una lunghezza di circa 6 km. La produzione si attestò, allora, sui 1.500/2.200 metri cubi giornalieri medi.
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