La rivista Recover (edita da DEA Edizioni) ha pubblicato sul nuovo numero della rivista (N.53 – dicembre 1010) un interessante articolo che parla del recupero di legname d’ulivo colpito da xylella. Potete consultare la rivista al link www.recoverweb.it, di seguito trovate l’articolo integrale. Buona lettura!
LA SECONDA VITA DEGLI ULIVI
Ital Bio Energy, specializzata nell’estirpazione e cippatura di alberi affetti da xylella, ha scelto il trituratore HG4000 Vermeer per ottimizzare il lavoro.
Ci sono catastrofi da cui è difficile risollevarsi, soprattutto in agricoltura, soprattutto nella coltivazione degli ulivi, piante che richiedono decenni per crescere e dare un frutto che sia produttivo. Per fortuna ci sono anche delle persone che di fronte alle difficoltà sanno inventare soluzioni geniali e trasformano le sconfitte in occasioni di rilancio, mitigando almeno in parte le perdite catastrofiche. E’ la storia degli ulivi del Salento, colpiti da Xylella Fastidiosa, uno dei batteri più pericolosi al mondo per l’olivicoltura. Un morbo difficile da estirpare che da almeno un decennio distrugge gli ulivi ed i sogni degli olivicoltori del Salento, con una perdita di quasi 5000 posti di lavoro all’interno della filiera.
Ed è la storia di una cooperativa agricola che ha trovato il modo di dare una seconda vita agli ulivi – malati, morti, decimati – traendone valore e creando posti di lavoro. La cooperativa agricola Ital Bio Energy di Erchie (Brindisi) è nel settore del trattamento dei residui da potatura fin dal 2015, ma da un anno a questa parte si è specializzata nell’estirpazione e cippatura di alberi affetti da xylella, che diventano combustibile per la centrale a biomassa, alimentando, insieme agli impianti, un modello perfetto di economia circolare.
Un lavoro importante, reso possibile dalla tecnologia della macchina giusta, in grado di affrontare i poderosi ulivi: il trituratore orizzontale Vermeer HG4000. Per quanto malati infatti, gli ulivi hanno un legno durissimo, che da sano sarebbe anche pregiato. “Purtroppo una volta che la pianta è stata colpita dal morbo diventa inservibile”, spiega Cosimo Valente, titolare di Ital Bio Energy. “Un tempo si sarebbe ricavata legna da ardere, ma anche quello è un mercato ormai estinto: troppa offerta rispetto alla domanda. L’unico riutilizzo possibile passa attraverso la triturazione e l’impiego del cippato nelle centrali a biomasse”.
Facile a dirsi, un po’ meno a farsi: “Senza una macchina come quella di Vermeer, estirpare e
tagliare a pezzi alberi di tale forza e imponenza sarebbe un lavoro disumano“, assicura Valente. “Il trituratore HG4000 Vermeer ci consente rapidità di lavoro e qualità di prodotto senza paragoni. L’abbiamo scelto dopo una ricerca e un confronto rispetto a quanto ci offre il mercato e ci ha convinto sia per gli alti risultati di margine metri cubi/orari sia per la qualità del materiale finito”.
La seconda vita degli ulivi salentini passa attraverso il lavoro degli escavatori con pinza forestale che abbattono e tagliano a pezzi grossolani gli ulivi malati. La legna viene quindi accatastata in cumuli “puliti” con una benna mordente. “La pulizia del legno è fondamentale”, spiega Valente, “perché bisogna arrivare alla triturazione con il minor contenuto di impurità possibile. La quantità finale tollerata, per un prodotto di qualità, è del 3% massimo”.
Il trituratore Vermeer, posizionato accanto al cumulo, viene caricato di legna mediante un ragno e inizia il suo lavoro, restituendo il cippato sul nastro trasportatore che a sua volta scarica direttamente nel camion, opportunamente piazzato. Oppure scarica a terra e i cumuli vengono successivamente caricati su camion, quando i ritmi di lavoro sono così alti che l’andirivieni dei camion fatica a star dietro alla velocità del trituratore. Il cippato viene consegnato alle centrali a biomassa di tutto il sud Italia. Ital Bio Energy lavora h24, su 3 turni da 8 ore, in appezzamenti da 10 – 12 ettari, con una media di 100 piante a ettaro. Ogni pianta, a seconda delle dimensioni, pesa tra i 20 e 30 quintali e Vermeer è in grado di triturare 350 quintali l’ora, ovvero tra le 300 e 400 piante al giorno. “Siamo molto soddisfatti del nostro lavoro, che ha risollevato l’economia locale in un momento di crisi e al tempo stesso ci permette di dare il nostro contributo ecologico alla circolarità, quella vera. Naturalmente siamo anche molto soddisfatti della scelta fatta con Vermeer, una macchina eccezionale per un lavoro eccezionale” conclude Valente.
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