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Si fa attendere ancora il decreto sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche: quanto ci sarà da aspettare?

Era attesa per i primi di gennaio 2016 l’approvazione del nuovo Decreto relativo alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, per sostenere la produzione di energia elettrica proveniente da biomasse solide. Purtroppo, il decreto è ancora in corso d’esame e quindi non c’è ancora certezza su cosa cambierà in futuro per ottenere finanziamenti.

Il tema scottante è quello dei Certificati Verdi, che si basano sull’obbligo, da parte dei produttori di energia elettrica, di immettere nel sistema elettrico nazionale una quota di energia prodotta attraverso fonti rinnovabili. Sono titoli negoziabili rilasciati dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) in misura proporzionale all’energia prodotta da un impianto in possesso di qualifica IAFR (Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili). Ogni Certificato Verde attesta la produzione di 1 MWh di energia rinnovabile.  Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore nell’ottobre scorso, l’entrata in  vigore del nuovo provvedimento comporterebbe una riduzione del 30% del loro valore (che passerebbe dagli attuali 124 euro a circa 80 euro). Quanto tempo ci vorrà per sapere che succede? Non ci è dato sapere.

Per fortuna, la questione è tenuta sotto controllo dal Comitato Energia Biomasse Solide (EBS), che raggruppa 17 tra i principali produttori nazionali di energia elettrica che, con 24 impianti, rappresentano la maggioranza della produzione da biomasse solide in Italia con una potenza elettrica installata di circa 350 MW e un 90% circa di utilizzo di biomassa prodotta sul territorio nazionale. L’EBS ha tenuto alta l’attenzione pubblica già il 7 ottobre scorso a Roma, in occasione del convegno “Biomasse solide per l’energia: un settore industriale da tutelare”. In questa occasione il comitato ha chiarito che non è sufficiente proporre un nuovo sistema di incentivi per modificare i Certificati Verdi, è necessario riequilibrare questi incentivi, poiché senza una riforma adeguata, tutto il settore entrerebbe in crisi. Questa crisi avrebbe numeri piuttosto alti: solo per quanto riguarda l’EBS, infatti, si parla di circa 5000 addetti (diretti ed indiretti) per la produzione e la raccolta della biomassa. In un’intervista al quotidiano La Stampa, Simone Tonon, portavoce EBS, ricorda che “nel nostro Paese la produzione di energia elettrica derivante da questa fonte rappresenta una potenza totale installata di circa 590 MW (GSE, dati 2012)” ed è “l’unica in grado di garantire una regolarità e una continuità di esercizio per oltre 8000 ore l’anno con produzioni costanti e programmabili in quanto, a differenza delle altre rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico, non dipende da fattori climatici e ambientali”. Si rischia quindi di compromettere un settore che porta molti benefici economici e ambientali.

Il problema dei fondi per la promozione delle energie rinnovabili non sta a cuore solo ai produttori di energia elettrica da biomasse. Anche FIPER (Federazione Italiana Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) aspetta il nuovo Decreto, facendo notare che i produttori di energia termica da biomasse andrebbero inclusi nella corsa per l’ottenimento dei finanziamenti. FIPER sottolinea che sono in particolare i gestori di impianti di teleriscaldamento a biomassa legnosa a trovarsi in una situazione difficile, perché la concorrenza è difficile da sostenere per quanto riguarda l’approvvigionamento di biomassa, essendo in competizione con centrali elettriche che hanno accesso a incentivi importanti. L’obiettivo principale della federazione, infatti, è “armonizzare ed equiparare il regime di incentivazione del comparto termico a quello elettrico da fonte rinnovabile”.

Siamo quindi tutti in attesa di sapere cosa succederà, poiché senza un sostegno concreto sarà molto difficile portare avanti la politica “green” in cui l’Italia si è impegnata negli ultimi anni. Ma niente paura: sia EBS che FIPER sono sull’attenti, e saranno sicuramente in grado di far valere i propri diritti non appena ci sarà la tanto attesa approvazione del Decreto Ministeriale; di certo il Governo non vorrà penalizzare un settore così importante per il futuro ecosostenibile dell’Italia come quello dei produttori di biomasse.

Voi cosa ne pensate? Siete contrari alla revisione dei Certificati Verdi? Vorreste che i produttori di energia termica vengano inclusi nei finanziamenti? Dateci un vostro parere.

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